Pizza e birra - 1

Non è sempre facile riuscire ad esprimere le emozioni che si provano in determinate
situazioni. Specialmente quando si ha a che fare con qualcosa che si desidera, ardentemente… Non riesco a spiegare ciò che provo quando inaspettatamente tu accetti il mio invito. Invito buttato lì per gioco. Anzi, neanche avrei dovuto entrare sul sito! Ero via con amici… E poi, la tua risposta, stranamente rapida.
“Pizza stasera? Ahah”
“Madonna che testardo ahah”
“Ahah ormai lo sai! Va che sono simpatico anche dal vivo eh !”
“Solo se la pizza è nel cartone e siamo bordo lago... sorprendimi… ahahah”
Ci sono attimi in cui non capisci cosa stia succedendo. In cui vai avanti senza ragionare. In cui vai avanti per una sorta di inerzia per ciò che stai facendo, o dicendo.
Ancora qualche scambio di battute e poi il tuo “ok dai andata”. Ma in realtà, sei tu che hai sorpreso me.
Mi sento strano. La vita è davvero imprevedibile. A volte senza senso. E cercare di capirla non fa che peggiorare il fatto di non poterla capire. Va presa così come viene... Bisogna solo lasciarsi trasportare dalle onde, in questo caso del lago.
Arrivo con qualche minuto di ritardo, il risvolto negativo di avere la fortuna di abitare in una città così magica.
Ti scrivo che ti vengo incontro, stai camminando verso il luogo dell’incontro, dalla parte opposta, mentre mi aspettavi. “Hai paura che mi rapiscano eh?”. Giusto il tempo di rispondere al tuo messaggio, ed eccoti davanti a me.

Ed eccoti davanti a me. Tu. Dopo anni che parliamo su questo simpatico sito. Dopo così tanto tempo, dopo così tante fantasie… ti ho davanti a me. Anche questo attimo sembra ovattato.
Sembra che il tempo sia rimasto sospeso, che si sia fermato per dare spazio solo a noi. A te.
A questo simpatico e giovane uomo…
La bellezza di questo sito, che ci permette di conoscere persone, ognuna con la propria
storia, con la propria vita. Ci insegna che dietro l’apparenza c’è molto altro. Ci insegna che l’apparenza può non essere nulla. Ed è questo ciò che penso mentre camminiamo attraverso il parco vista lago. È questo ciò che penso mentre sorseggiamo un fresco aperitivo in questo sabato di metà settembre. Tu ed io. Due persone del tutto normali che si sono conosciute su un sito di incontri, decisamente esplicito, ma che nessuno mai penserebbe noi facessimo parte. Non è questo il bello, forse?
Chiacchieriamo simpaticamente, di tutto ma non di sesso. Non è questo il bello, forse?
Il cielo promette pioggia, ci rifugiamo nella tua macchina e continuiamo a parlare. Simpatica la scenetta sull’arbre magique, ricordi?
Camminiamo verso la prima pizzeria che incontriamo, senza se e senza ma. Anche se qualche “se” ci poteva stare. Ma conta la compagnia. Mangiamo, sulla mia di macchina, questa volta. Che per assoluto caso era proprio affianco alla tua.
Mi parli un po’ più di te, della tua vita. “Ecco ti ho già dato troppe informazioni!”.
Ma poi mi sorprendi. “Ma mi fido di te”. Parole che significano tutto e niente, lo so e lo sappiamo. Forse più niente che tutto. Anzi, forse proprio niente. Alla fine siamo noi a dare un senso alle parole che sentiamo. Vorrei interpretarle nel modo in cui preferirei finisse la serata, quasi ci spero. Quasi…
“Si vede che sei un bravo ragazzo dai”. “Sì, beh, per ora non ho commesso alcun reato o crimine” rispondo ridendo.
Con due baci sulla guancia mi saluti. “Ci sentiamo giovane” dici mentre senza voltarti salti su la tua macchina.
Mentre acceleri sgasando lungo il viale. “Ci sentiamo giovane”, “Mi fido di te” sono le frasi che rimbombano nella mia mente.
Mi ringrazi, più tardi, per messaggio.
Ci proverò. Ci proverò nei giorni e nelle settimane successive a rivederti. Ma tu sei così.
Fuggitiva. Ho perso il conto dei tuoi “No” alternati ai “Ma anche no”. Un’illusione. È stata forse tutta un’illusione?
Ho smesso di scriverti. Non che prima parlassimo regolarmente, anzi. Il desiderio di te c’è. Il desiderio di una donna normale. Quello mi eccita. La “normalità” che poi si lascia andare sotto le coperte. O sopra. Dipende…

Entro sul sito. Il segnale rosso mi indica che ho qualche messaggio. Riprovo la stessa incredulità quando leggo il tuo nome. Sei ancora online. Il primo messaggio che apro è il tuo.

“Pizza e birra stasera?”